CADORNE FC: DA FIFA PRO CLUB ALLA VALLEBELBO SUMMER CUP

Durante i periodi difficili di quarantena della pandemia di Covid 19 in troppi si sono dilettati con la pizza ed i lievitati, in molti intrattenuti con servizi streaming di vario genere e tantissimi hanno riacceso la Playstation senza quasi mai spegnerla. Tra un lancio su Verdansk e l’altro, una fuga dalla safe ed un loadout in testa, la nostalgia per il prato ed il pallone si sfogava in una sola maniera: FIFA.

Una sola modalità permette di giocare in 11, tutti (troppi) insieme, il PRO CLUB. Per ogni videogiocatore, un ruolo ed un giocatore. 11 contro 11. Insulti: tanti. Parolacce: troppe. Caos: indefinito. è in questa bolla che nasce la CADORNE FC. Una squadra digitale che con l’allentare delle restrizioni ed il calare dei contagi è uscita dallo schermo per sbarcare sul prato verde (e nero dei pallini) del San Paolo di Canelli, per replicare le gesta degli alterego digitali. 

GG SIUM, Minipimer, Pippo Termosifoni, Nintendo Snitch, Tuku Franziskanner, Pappalardo sono solo alcuni degli avatar dei giocatori della Cadorne che continuano a vivere “sulle spalle” e nelle gesta dei ragazzi della Cadorne FC. Trasposizione reale che fatica a decollare nei risultati nella VSC tanto quanto nelle divisioni di FIFA a superare le divisioni più basse.

Per snocciolare la doppia natura della Cadorne non possiamo che rivolgerci al suo presidente/giocatore, Minipimer 2.0 Luca Abbaldo: 

Sig. Abbaldo, abbiamo introdotto la storia della vostra squadra, ma cos’è per voi la Cadorne FC? Cosa significa? 

“Per noi Cadorne è famiglia, è come una mamma (ndr: il nome della squadra riprende il nome della madre di un componente della squadra) ma è anche appartenenza, abnegazione, sacrificio.”

Nelle passate edizioni avete dominato i gironi. Su 8 partite siete stati imbattuti, nella seconda edizione anche nel girone rank, successivamente avete perso 3 partite su 3, prima nel girone eliminatorio contro Blitz e Caffé Centro, poi contro il Barcellona nella scorsa edizione. Cosa vi manca per arrivare a competere per la vittoria del torneo? 

“In due edizioni ai gironi abbiamo dato il massimo, li abbiamo affrontati grintosi e vogliosi, per poi prendere sottogamba la fase successiva. Questa cosa non va bene. Il secondo anno però siamo migliorati, anche se abbiamo incontrato una corazzata: il Barcellona. È anche vero che nella seconda edizione il tasso tecnico è mediamente migliorato in tutto il torneo, ma, come sempre, contano gli episodi. Prendere gol all’ultimo minuto su una punizione al limite dell’area ne è l’esempio. È un mix di fortuna, episodi e mentalità della squadra, non contano solo i singoli.”

Ci vuole anticipare qualche cambiamento tra le fila della Cadorne? 

“Anche la Cadorne si è mossa sul mercato, con l’uscita di Berra siamo subito corsi ai ripari ingaggiando un freschissimo e giovanissimo giocatore (sic), di cui siamo, e sono, molto contento dell’ingaggio. Con lui miglioriamo nelle energie e nella corsa, è sicuramente un valore aggiunto per la squadra. Vogliamo puntare almeno alla semifinale, ma l’obbiettivo è sempre il più alto possibile.”

 

La Cadorne FC non si nasconde affatto quest’anno.  E chissà che non possa ribaltare tutti i pronostici, dopotutto il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco, amici.